Renzi e Calenda alla ricerca del cuore dei moderati

Renzi e Calenda alla ricerca del cuore dei moderati

“Non farò politica con Renzi, mi fa orrore” tuonava nemmeno un anno fa Carlo Calenda. Detto non fatto. Di acqua sotto i ponti ne è passata da quando l’ex Ministro dello Sviluppo Economico, ospite de LA 7, pronunciò quelle parole. E già. In questa torrida e pazza estate è accaduto l’inverosimile, tutto ed il contrario di tutto. Giri di valzer, alleanze impensabili, labili accordicchi, tutto pur di racimolare un cantuccio in Parlamento. E, quindi, dopo aver rotto l’alleanza con Letta che ha aperto a Di Maio e Fratoianni, Calenda, il benpensante pariolino, ha pensato bene di allearsi con Renzi.

L’ obiettivo dell’accordo è- a sentire i leader- quello di creare una valida alternativa al bipolarismo di destra e di sinistra, un terzo polo su cui possa convergere l’elettorato moderato, centrista. Un elettorato che ha oramai smarrito la propria bussola e che non si riconosce più in alcun partito. “L’Italia sul serio” è il nome che è stato dato alla campagna elettorale nonché è anche l’hashtag che circola in queste ore sui social. Dunque, concretezza e serietà paiono essere le parole predilette dei centristi. Concretezza e serietà il motivo per cui gli elettori dovranno tracciare una “X” su terzo polo.

Con 68 pagine, Azione e Italia Viva hanno articolato il loro programma in venti capitoli. Osserveremo certamente i principali cominciando proprio dal tema più scottante delle ultime settimane, la politica energetica. Nel breve periodo, la strategia del terzo polo è quella di affrancarsi dal gas russo incrementando la produzione del gas nazionale “riattivando e potenziando gli impianti già esistenti e valutando possibili partnership con le imprese di produzione del gas per la condivisione dei costi in cambio di forniture a prezzi concordati” e rafforzando “la strategia sull’energia rinnovabile”. Nel medio periodo l’obiettivo è ridurre del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 con fonti rinnovabili proseguendo “il percorso di decarbonizzazione con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 55% rispetto al livello del 1990, possibilmente entro il 2030”. Il vero traguardo, nel lungo periodo, è emissioni zero, traguardo che passa da una forte elettrificazione degli usi di energia, con un fabbisogno elettrico tra il doppio e il triplo dell’attuale. “Per questo”- si legge- “ è necessario utilizzare il giusto mix di generazione, che includa rinnovabili e nucleare, impiegando le migliori tecnologie disponibili”.

Per quanto riguarda le tasse che tanto dolgono gli italiani, il leader Calenda sostiene che debbono essere diminuite. Non vi sono, nel programma di Azione e Italia Viva, patrimoniali o tasse di successione ma si vuole procedere ad una riduzione dell’Irpef, in particolare per i giovani: “Una detassazione completa fino ai 25 anni e al 50 per cento fino ai 30”, ha specificato Luigi Marattin.

Per quel che attiene il lavoro, invece, i centristi intendono introdurre un salario minimo, vogliono combattere la precarietà “promuovendo la flessibilità regolare” e “supportando le imprese che investono in riqualificazione della forza lavoro non solo dipendente”. Il reddito di cittadinanza, ancora, non viene eliminato ma riformato sospendendo l’erogazione del beneficio dopo il primo rifiuto di una proposta di lavoro congrua. Altro capitolo interessante- a parer nostro- è quello delle riforme istituzionali.

Se il cavallo di battaglia del centrodestra è il presidenzialismo, Renzi rilancia il vecchio progetto del “Sindaco d’ Italia”. Si intende, dunque, proporre l’elezione diretta del Presidente del Consiglio sul modello dell’elezione del sindaco, figura istituzionale più vicina al cittadino. Una riforma, quest’ultima, che dovrà accompagnarsi necessariamente alla riforma del sistema elettorale. Tutte queste e tante altre le proposte che ha avanzato il terzo polo. Ma la domanda che ci poniamo è: Calenda e Renzi riusciranno a far breccia nel cuore dei moderati delusi di destra e di sinistra. Calenda e Renzi riusciranno a conquistare la doppia cifra?

Francesco Di Palma

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