“L’Europa non è qualcosa che si scopre, bensì una missione, qualcosa da fare, creare, costruire” scrive Zygmunt Bauman in un suo saggio del 2004 intitolato “L’Europa è un’avventura”, aggiungendo che “per compiere quella missione occorrono un sacco di inventiva, determinazione e duro lavoro”. Europa dunque come missione, avventura, come contrario di staticità. Europa non come dato acquisito ma come un cantiere con lavori in corso per la costruzione di un futuro migliore. Europa e futuro sembrano al giorno d’oggi sposi perfetti, inscindibili. È l’idea stessa di Europa che possiede intrinsecamente l’idea di futuro, come è spiegato da Simona Colarizi, storica e professoressa emerita della Sapienza di Roma, in un saggio dedicato al Manifesto di Ventotene che trova spazio in una recente pubblicazione di Laterza intitolata “Il futuro, storia di un’idea”. E se è inscindibile il binomio Europa-futuro, altrettanto è inscindibile il binomio futuro-giovani. Degno di lode è dunque l’ultimo evento organizzato da “One Hour for Europe” con la collaborazione e supporto dell’ufficio del Parlamento Europeo in Italia, inserite nelle attività di “Insieme per Eu”.
Il progetto prevede una serie di conferenze nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio. Il primo incontro si terrà a breve, il 28 di Marzo, e prende il titolo di “Europa anno zero: giovani e cittadinanza”. Nella splendida cornice di Spazio Europa sita in Via IV Novembre la prima conferenza prevedrà tre diversi tavoli di discussione: l’Unione Europa oggi e domani, il ruolo dei giovani nei processi decisionali, la conferenza sul futuro e le istituzioni europee.

Il programma della prima conferenza “One Hour For Europe”.
I relatori saranno rispettivamente le associazioni giovanili europee (Gioventù Federalista Europea, EuAndEu, Europe Direct, Europhonica), le associazioni universitarie delle università di Roma (La Sapienza, Roma Tre, LUISS Guido Carli e Tor Vergata) ed Alfredo Marini, ambassador EU careers. L’obiettivo degli organizzatori non è quello di portare classiche e noiose lezioni frontali, bensì stimolare l’interesse ed incoraggiare la partecipazione attiva dei presenti, che potranno tanto porre domande ai loro coetanei relatori quanto fornire spunti per discussioni successive, quasi come se fosse un do ut des attraverso il quale ci si potrà arricchire vicendevolmente delle esperienze e del pensiero altrui.
Parlare di Europa non è del tutto cosa semplice, anzi. Nel lavoro di Bauman del 2004 sopra citato il filosofo ebbe a scrivere: “Ogni volta che sentiamo pronunciare la parola Europa non ci è subito chiaro se essa si riferisca alla realtà territoriale concreta e circoscritta che esiste entro i confini stabiliti e meticolosamente tracciati da documenti legali e trattati politici non ancora revocati, oppure all’essenza che fluttua liberamente qua e là senza confini e sfidando ogni limite e vincolo spaziale. Ed è proprio questa difficoltà, diciamo pure questa impossibilità di parlare dell’Europa separando in modo chiaro e distinto la questione dell’essenza dai fatti della realtà, che caratterizza i discorsi sull’Europa rispetto a gran parte dei normali discorsi su entità dotate di riferimenti geografici”. La sfida di queste conferenze sarà allora, nonostante la difficoltà di cui ci ha avvisato Bauman anni fa, quella di parlare di Europa con un occhio al futuro, ed in questo contesto creare partecipazione e dialogo tra giovani ed associazioni.
Simone Romano