Impegno Civico e politica: intervista a Federica Daga

Impegno Civico e politica: intervista a Federica Daga

Attivista da tempo in prima linea per l’acqua pubblica, Federica Daga è stata eletta alla Camera dei Deputati per due legislature- la XVII e la XVIII- con il Movimento 5 Stelle. La sua attività politica si è incentrata su tematiche ambientali e sulla mobilità sostenibile nella VIII Commissione Parlamentare Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, in particolar modo si è occupata ditemi attinenti alla gestione sostenibile della risorsa idrica. Dal giugno 2018 è membro dell’Ufficio di Presidenza in qualità di Segretario d’ Aula con Attività presso i Comitati interni alla Camera dei Deputati e monitoraggio del Bilancio della Camera. Dallo scorso giugno ha aderito, in seguita alla scissione dal M5S, al gruppo parlamentare Insieme per il Futuro del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E’ stata ricandidata al collegio plurinominale Lazio 01 e Toscana 03.

On. Federica Daga, nella conferenza del 9 settembre avete detto che c’è la necessità di combattere il fenomeno della disoccupazione giovanile, molto alta, e che il modo potrebbe essere l’affiancamento agli studi di interventi strutturali per incentivare il lavoro. Quali potrebbero essere questi interventi?

Il lavoro è al centro del programma di Impegno Civico, i giovani sono penalizzati e con giovani penso anche anche agli adulti fino a 40 anni. La ricchezza del nostro Paese è in mano agli over 65. Davanti al dato del 17,5% di giovani disoccupati pensare a nuove forme di incentivo per questa fascia d’età nel mondo del lavoro è una priorità: intendo incentivi non temporanei bensì strutturali di riduzione del costo del lavoro come, ad esempio, un meccanismo di progressività dei contributi sociali e degli oneri previdenziali. Il discorso sul lavoro è molto ampio perché si lega al tema del salario minimo, a quello sul reddito di cittadinanza e non da ultimo al gap di genere. C’è molto da fare, qualche giorno fa siamo tornati sulla proposta del mutuo Zac per under 40, per comprare casa, significa sostenere molte persone in un passo fondamentale spesso rimandato o eliminato a causa di assenza di lavoro, garanzie o lavoro povero.

 

Riguardo al Reddito di Cittadinanza Di Maio si è espresso affermando “io l’ho fatto, io l’ho difeso e io lo miglioro”. Su che cosa crede che vada migliorato il RDC?

Il Reddito di cittadinanza viene attaccato da chi non ne ha bisogno,in questi anni ha aiutato persone in grande difficoltà e purtroppo nel nostro Paese i poveri aumentano in modo impressionante. Si tratta di uno strumento assolutamente valido ma da migliorare. Bisogna rivedere l’organizzazione e la funzione dei centri di impiego e potenziare il controllo per evitare che queste risorse vadano a persone non realmente bisognose.

Avete parlato tanto di crescita economica senza aumentare il debito e dell’importanza del PNRR. La destra ha affermato che il PNRR è un buono strumento ma che poteva essere migliore. Voi siete dello stesso avviso?

Credo che il PNRR sia un’occasione, si tratta di un programma molto vasto in cui ognuno di noi ha cercato di far confluire istanze e bisogni dei territori. Io occupandomi principalmente del settore idrico e temi ambientali ho seguito quella parte e vigilato affinché non venisse sottovalutato quel comparto. Si poteva fare di più? Forse sì, forse si può sempre fare di più ma credo che nel documento finale ci siano le linee fondamentali. Adesso mi preoccuperei che i vari soggetti deputati a progettare e spendere siano in grado e messi nelle condizioni di farlo per evitare che si perdano i contributi.

Uno dei punti del programma depositato da IC al Viminale è titolato “Più sviluppo più imprese più grandi”; leggendo questa proposta sembra preferiate la concentrazione industriale ed il sorgere di pochi, grandi apparati produttivi alla diffusione della piccola impresa in cui, invece, Capitale e Lavoro sono maggiormente conciliati e quindi la funzione sociale dell’impresa è svolta in una dimensione maggiore e più profonda. Potrebbe parlarci della posizione di IC su questo tema?

Non penso che i due aspetti vadano in conflitto, certo è che la politica industriale di oggi deve fare i conti con un panorama mutato e aggravato ora dalla crisi energetica. Nel programma poniamo la questione dimensionale perché le imprese piccole o piccolissime faticano a investire e innovare, vogliamo quindi pensare a strumenti per spostare verso maggiori dimensioni la distribuzione delle imprese italiane. C’è poi anche la volontà di attrarre imprese tecnologicamente avanzate perché il mondo è cambiato, la questione ambientale significa anche pensare questi temi diversamente, guardarli con occhi nuovi capaci di arrivare ad un orizzonte lontano almeno 50 anni.

Parlando ancora di crescita economica, è apparso come questo sia un tema su cui IC insiste particolarmente. Si può considerare uno dei vostri punti di forza? Se fosse così, potrebbe indicarci altri 2 punti per voi fondamentali, così da renderci chiare 3 vostre principali priorità?

La crescita economica francamente mi auguro che sia l’obiettivo di tutte le forze politiche perché è la condizione per un miglioramento della vita di tutti noi. La questione è come perseguirla, negli ultimi 30 anni abbiamo capito che non avviene con formule magiche o continuando ad aumentare la spesa pubblica e il debito. Quindi non mi sentirei di inserirlo come punto di forza ma come sfondo o meglio fondamenta di tutte le proposte esposte nel programma.

I temi etici (eutanasia, legalizzazione delle droghe, aborto, diritti civili) sono sostanzialmente assenti nelle dichiarazioni degli esponenti di IC e nel programma del partito; su questi temi sostenete le politiche dei vostri alleati od avete una linea differente?

Esiste una linea generale e poi la sensibilità di ogni eletto. Impegno civico è per il rispetto e la libertà della persona. Personalmente mi sono sempre espressa a favore dei temi da lei citati perché non credo che allargare e aumentare i diritti del singolo, soprattutto su temi per così dire tanto personali, possa danneggiare la società e gli altri cittadini. Guardiamo oltre confine, dalla Francia per esempio oggi si prometteva una grande consultazione su eutanasia entro un anno, siamo indietro ed è ora di rimetterci in cammino. Partiamo dallo ius scholae per esempio.

Quanto sono importanti per IC le questioni ambientali? E quali sarebbero le vostre politiche Green?

Forse è più appropriato parlare di transizione ecologica come di una rivoluzione più che di una questione. Siamo a un punto di non ritorno in cui è necessario conciliare crescita economica e tutela dell’ambiente. I grandi temi sono la riduzione della CO2, i rifiuti e l’acqua o meglio la sua carenza. Gli anni che abbiamo davanti saranno caratterizzati da questa sfida, forse la tecnologia risolutiva non è ancora stata inventata ma trovo positivo che stiamo iniziando a modificare la nostra forma mentis. Chi saprà crescere non a spese dell’ambiente sarà l’attore principale del prossimo futuro, per l’ambiente dobbiamo innovare mettendo da parte un pensiero ideologico che spesso ci frena. Sul mio tema, l’acqua, si rende sempre più necessaria una sinergia tra comparti e un coordinatore efficace: non bastano le campagne per ricordarci di chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti, occorre una pianificazione che coinvolga ogni processo, ogni uso e ogni territorio. Serve resilienza e una strategia che porti a programmare gli investimenti nel medio e lungo termine e gestire quelle che ci sembrano emergenze momentanee come la siccità ma che già sono la normalità.

Intervista di Raffaele Pergolizzi e Monaldo Carolingio

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